FEMMINICIDIO E AMORE CRIMINALE
Quando l'informazione, enfatizzando uno stato, centra in bersaglio.

Luisa Betti, Giornalista impegnata ed esperta di diritti, violazioni e discriminazioni su donne e minori, segnala sul suo Blog di oggi un aspetto interessante che mi sento di condividere.

Il mio interesse sull'argomento dei diritti delle donne e dei minori si è intensificato da quando ho compreso che ogni atto di Manipolazione e la Molestia (argomenti che studio da anni) sono l'anticamera di violenze ben più gravi. Sono convinta che la prevenzione della violenza di genere sia possibile agendo sul terreno molto vasto delle manipolazioni. Interessata da sempre alla prevenzione della salute psicofisica, non poteva mancare in me la volontà di arrivare alla fonte di tutti i problemi: la dignità negata. Alla luce di ciò, ogni atto di violazione, anche minimo, è il lasciapassare a forme più marcate di un “superamento di confini”, dove la vittima è complice suo malgrado. Complice ignara che spera, con un atteggiamento mite, che tolleranza e comprensione possano arginare gli effetti nefasti di una relazione malsana. Nel momento in cui viene invitata alla denuncia dell'abuso, della molestia, della violenza, fase del percorso di emancipazione imprescindibile, è bene avere a portata di mano i passi successivi: la formazione di una consapevolezza di sè e della propria responsabilità. Passi da iniziare rapidamente.

E' su questo punto che inserisco l'intervento della dottoressa Piera Serra della “Psychology and Psychotherapy Research Society” che ha inviato una lettera alla Rai dichiarando gli effetti dell'enfatizzare l'argomento, perchè, più che fare informazione formativa costruisce una fiction noir che aggancia emotivamente e sortisce effetti indesiderati.

Un informazione che porti soluzioni e soprattutto formi alla prevenzione, potrebbe fare meno audience, ma sarebbe, io penso, più costruttiva. I meccanismi dell'informazione televisiva sono soggetti a regole di mercato facili da comprendere. Penso sia necessario un atto di coraggio e di coscienza per spostare l'enfasi di un drammatizzazione televisiva di un fatto di cronaca che ci turba e ci indigna, verso riflessioni su come e perché avvengono certi fatti e su come tutti siamo chiamati ad intervenire attivamente per garantirci in futuro un rispetto consapevole di noi stessi e del proprio prossimo. Un passo necessario da parte nostra è l'importanza di formare una coscienza critica per poter prestare attenzione anche al 'come' veniamo informati.

Colgo lo spunto di Luisa Betti perchè spesso cito la profonda differenza dell'usare termini come SONO CONTRO LA GUERRA anziché SONO A FAVORE DELLA PACE.
Il caso è analogo: NO ALLA VIOLENZA è ben diverso che dire SI' AL RISPETTO.
Dove va l'attenzione della mente c'è espansione.
A mio avviso, la scelta di parole e immagini deve essere sempre accompagnata da coscienza responsabile.
La comunicazione, lo sappiamo, è potere.

Nella foto: il Logo della trasmissione “Amore criminale” in onda su Raitre.



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