I problemi relativi alla Manipolazione e alla Molestia nella vita affettiva sono soltanto la punta di un iceberg.
Esiste una manipolazione più sotterranea e subdola che apre le porte a quella più eclatante e più facile da riconoscere, anticamera della violenza domestica.
Concedere spazio alla piccola manipolazione quotidiana, perché non la si vede o, peggio, la si sottovaluta, ci mette nella condizione di lastricare il passaggio a situazioni ben peggiori.
Tutti noi ricordiamo piccole concessioni che non andavano fatte, e che, per timore di rendersi artefici di un conflitto, si è lasciato correre. Quando poi si decide che è giunto il momento di stabilire dei confini arriva la fatidica frase: “Ma come!!!?? Fino a ieri ti andava bene......”....
Se vi è capitato, ricordate come vi siete sentiti?
Ricordate le discussioni o i rospi inghiottiti per amor di pace?

L'interlocutore registra l'inizio di una protesta a delle concessioni a cui non si vuole più sottostare.
Personalmente, davanti alle mie resistenze caparbie, mi sentivo dire: “Sei troppo intransigente” oppure “Sei dura”. “Sei fredda come il ghiaccio”.
Dopo anni passati a chiedermi se fosse vero, ora so che quelle affermazioni erano altre manipolazioni che allungavano una già lunga lista.
Il motivo è semplice: quando non ci piace qualcosa, non ci piace. Punto. Perché insistere? Invece il manipolatore insiste.
Se manteniamo fede alla nostra dichiarata preferenza, diventiamo agli occhi dell'altro degli esseri opponenti, in altre parole coloro i quali ergono un muro ingiustificato.
A chi però infastidisce una barricata?
Solo a chi vuole oltrepassarla.

La piccola e prima battuta, il primo avvenimento a cui dovremmo dire NO è il segnale che conferma la direzione che prenderà la relazione.
Alla stessa stregua di come ci basta un piccolo sorso per capire che quel che si sta assaggiando non è vino come sembra, ma aceto. Dire no al primo piccolo evento non è esagerato. E' dimostrare la saggia lungimiranza di rifiutare per il futuro dinamiche prevedibili. Se abbiamo dubbi a fidarci del “buon senso” solitamente relativo, ascoltiamo i messaggi del corpo.
Quei vaghi malesseri davanti a situazioni che non ci convincono, meritano tutta la nostra attenzione.