Il fiore che aiuta a lasciare una traccia del proprio passaggio.
In questi giorni mi è venuta per le mani la foto del fiore che ho collegato a questo articolo. Il suo nome è Tansy. Fa parte del gruppo delle essenze floreali californiane.
La sua vibrazione viene utilizzata per far superare la letargia e il senso di procrastinazione ai soggetti indolenti. La potenza di questo fiore, come d'altra parte di tutti i fiori (i fiori di Edward Bach sono stati i primi), è leggibile nella sua forma che definisce, di conseguenza, la funzione.
A livello spirituale, chi procrastina, non è nato “scansafatiche”. Il fatto di non agire con slancio e immediatezza, di apparire indifferente e noncurante, risulta assai interessante a chi desidera conoscerne il vero motivo. Il soggetto, in realtà, si difende dalla pressione e dalla tensione esterne economizzando energia. Tali persone sono state esposte a molte situazioni caotiche, instabilità emotiva, aggressioni e traumi subiti nell'infanzia. Hanno imparato a reprimere le reazioni istintive, a organizzarsi per stare in pace e tranquillità ed evitare ulteriori sollecitazioni.
Il fiore favorisce la capacità di non sacrificare i propri obiettivi, di mantenersi focalizzati nonostante gli stimoli faticosi del passato. Il colore giallo porta vitalità ed energia e la forma del fiore, composto a mazzo in tanti altri piccoli bouquet, è un invito a sentirsi parte della comunità, dove tutte le vite sono intrecciate, dando il proprio prezioso e unico contributo.
Il significato del nome è affascinante: in italiano è Tanaceto (Tanacetum vulgaris) che deriva dal greco “Athanasia” che significa immortale. Nome datogli, pare, per via della credenza che chi ne beveva l'infuso, allungasse la propria vita.
Un invito anche dal nome a superare il passato più difficile per lasciare la propria traccia.