Il valore delle parole.
Ultimamente sto assistendo ad un curioso fenomeno: ascoltare una dichiarazione di intenti e, a seguire, osservare l'esercizio del suo esatto contrario.
Il fatto viene reso assai più interessante nella sua osservazione perché non è accompagnato da significativa malafede ma, al contrario (ne sono convinta perché non ho davanti manipolatori professionisti) dalla mancanza di coscienza del valore delle parole pronunciate e dell'autentica intenzione che le accompagna.
Potrei citare centinaia di esempi di dichiarazione di intenti che non hanno trovato riscontro nei fatti, raccolti anche solo ultimamente:
“Dimmi cosa fare, sono disposto a tutto.”
“Io ci sono, sono pronto.”
“Per te ci sarò sempre.”
“Mi interessa molto.”
“Eccomi!”
“Per me è la cosa più importante.”
“Conta su di me.”
Parole, parole, parole.
Soltanto parole.
E se si collegasse il cuore (o la pancia), anziché il cervello, prima di parlare?