SE LA MENTE E' IN PACE...
… il corpo non soffre.

Nella comunicazione, ormai lo sappiamo, il linguaggio verbale incide in piccola percentuale. Una stessa frase detta con espressioni diverse produce effetti profondamente differenti. Lo sanno bene gli attori e gli oratori, e anch'io sto sperimentandone la portata.

Un giovane regista, che ha dato prova di sé con film eccellenti, ha espresso attraverso il suo lavoro come il corpo sappia esprimere le emozioni senza l'ausilio delle parole.
Steve McQueen, (nel suo TN, Luna, Mercurio, Venere e Plutone sono congiunti nel segno della Vergine, il segno più sensibile alle questioni del corpo) ha firmato pellicole come “Hunger”, “Shame” e “12 anni schiavo” mettendo in gioco i suoi attori in recitazioni a dir poco intense ma vincendo la sfida.
In “Hunger” (Irlanda, 2008), il protagonista, prigioniero politico realmente vissuto, inizia uno sciopero della fame che lo condurrà alla morte a 27 anni. Il corpo diventa uno strumento politico, un'arma. In “Shame” (Gran Bretagna, 2011), i due protagonisti, fratello e sorella, vivono la stessa sofferenza ma la esprimono in un modo assai diverso: il primo attraverso il sesso compulsivo e l'altra tagliandosi i polsi. In “12 anni schiavo” (USA, 2013), il corpo è considerato proprietà del padrone ma, essendo il contenitore di un'anima libera, non trattiene disperazione e determinata ribellione.
Agli spettatori il compito, in questi film, di deglutire a forza l'intensità delle scene.
In un'intervista Steve McQueen afferma: “Siamo una specie, noi esseri umani, che usa il corpo per provare chi è”.

(nella foto: Michael Fassbender interpreta i panni di Bobby Sands nel film HUNGER)
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