VAGHI MALESSERI
... a causa di una comunicazione distorta.

Ciao Danila, 
cosa intendi per i vaghi malesseri che possono venire in situazioni non convincenti? 
Come possiamo definirli nel linguaggio dei sintomi fisici? 
Grazie. 
Katya 

Cara Katia, 
per rispondere alla tua domanda ti porto una mia esperienza. 

Come insegnante mi è capitato di imbattermi in allievi che quando avevano qualcosa da comunicare invece di mandarmi un mail, scrivermi un messaggio, farmi una telefonata o parlarmi direttamente mi mandavano le comunicazioni per interposta persona. In altre parole, se la comunicazione era: “Domani sera non posso venire a lezione”, oppure: “E' scaduto il mensile, devo pagare la quota”, “Ho deciso di sospendere le lezioni per un mese”, delegavano la comunicazione a un compagno di corso compiacente. Per anni mi sono ritrovata in situazioni del genere e non facevo caso alla sensazione fisica di disagio che mi saliva. Oppure capitava che, nel periodo caldo di inizio attività, quando con i collaboratori si lavorava notte e giorno per migliorare il target delle informazioni, mi veniva comunicato che (sempre per interposta persona) il soggetto non aveva ricevuto nessuna mail o lettera o telefonata e che questo era disdicevole, controproducente, ecc.. ecc... In questi casi il malessere era maggiore: direttamente proporzionale all'impegno messo per dare un'informazione di qualità e avvisare tutti. Oppure in risposta a un invito a un evento per me importante.... 

Insomma, potrei citarti decine e decine di casi estrapolati solo dalla vita professionale in cui quel malessere si faceva sentire, sotto forma di bruciore di stomaco, nausea, capogiro, pressione bassa, puntura al cuore, ferita alla schiena. 
Ogni volta che sale un sintomo del genere siamo davanti a un attentato alla dignità della nostra persona, più o meno deliberato. 

Ho dovuto arrivare a studiare la manipolazione e riconoscere le sue dinamiche, per rendermi conto che coloro i quali hanno un serio interesse a mantenere aperto il flusso della comunicazione hanno un comportamento diverso. In altre parole dove non arriva uno, arriva l'altro. 
I messaggi che vengono mandati hanno un significato sempre più profondo di quello che appare. Creare ostacoli alla comunicazione è manipolazione. 

La comunicazione lineare, e questo vale per tutte le situazioni, richiede disponibilità da entrambe le parti, presuppone rispetto e riconoscimento dell'Altro e se un interlocutore non centra il bersaglio l'altro può chiedere semplicemente: “Sai che non ho capito... Puoi ripetere per favore?”. 
Il flusso dell'energia, anche quando non ci si capisce immediatamente, resta sempre una strada a scorrimento veloce, dove i qui pro quo sono rapidamente rimediabili. 
Tutte le alterazioni del flusso della comunicazione (evitare un confronto diretto, non comunicare limpidamente il proprio pensiero, essere impossibilitati a rispondere perché l'interlocutore comunica attraverso altri) sono un intralcio più o meno deliberato al buon funzionamento della relazione. Il malessere nasce perché si pensa: “ Come mai, nonostante i miei sforzi di comunicare ricevo mortificazione?”, il corpo denuncia ciò che la mente razionale preferisce non vedere, cioè cerca di evitare la sofferenza che ne deriva. 

Non sarebbe più costruttivo parlarsi chiaramente? Nessuno è perfetto, ma tra persone di buona volontà ci si capisce sempre. 
L'Amore tra esseri evoluti è questo.
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I commenti dal sito
Mariarosa ha scritto il 04 ottobre 2014 alle ore 20:53
Ma allora, tutti agiscono per male e con l'intento di nuocere?
maria ha scritto il 19 ottobre 2014 alle ore 18:25
Grazie! Parlare chiaramente, secondo me, significa aver chiaro a se stessi ciò che si è capito e ciò che si intende rispondere. Non è facile perché ogni espressione fa riferimento ad un nostro vissuto ed è soggetta alla''interpretazione dell'interlocutore... per sintetizzare posso dire: tutto si può dire, basta assumersi la responsabilità delle conseguenze delle nostre parole
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